Mappe di comunità.

In un certo angolo della piazza, a primavera, si danzano certi balli popolari che solo i nonni sanno ballare come si deve, mentre sotto l’arco contornato di ginestre e panni stesi un artigiano batte i ferri come gli ha insegnato suo padre, e suo nonno prima di lui: tra qualche settimana ci sarà il palio, e su quella via si sfideranno le contrade facendo un gran rumore.

Di fronte alla chiesetta c’è una panca per l’estate delle vecchie, tutte sedute in fila a passare il tempo, mentre in cima al belvedere certe macchine arrivano solo quando fa buio per venire incontro alle stelle.

La fontana di pietra fa da sfondo al mercato della frutta e dei formaggi da oltre settant’anni e ancora oggi coi suoi ghirigori di pietra fa bella figura, mentre la panetteria col forno a legna antichissimo è la casa di tutti quei ragazzi che, per schiribizzo, non sono andati a scuola – tutti sotto il tavolo, arriva il professore!

Queste le nostre mappe di comunità: l’oratorio di paese coi tetti spioventi, le ginocchia sbucciate dei ragazzi che giocano a pallone, il tavolino su cui i contadini sbattono le carte, le feste coi loro riti, le memorie degli anziani, i nomi dei patroni, i racconti, le tradizioni, i mestieri.

Non più soltanto mappe, ma luoghi del cuore.
Racconti, riti, storie.

COSA FACCIAMO

  • Incontriamo le comunità, raccogliamo i loro racconti, andiamo a parlare con le persone.
  • Registriamo testimonianze e ricordi, ne facciamo tesoro.
  • I luoghi sono scrigni: cerchiamo le chiavi per aprirli e guardare cosa c’è dentro.

COME LO FACCIAMO

  • Individuiamo dei testimoni, conduciamo interviste. Raccogliamo dati, narrazioni, racconti. Scopriamo e visitiamo dei luoghi, ne comprendiamo la funzione e il valore.
  • Sistematizziamo tutto in mappe di comunità, cartografie emozionali dei territori: le stampiamo e le diffondiamo, o le trasformiamo in strumenti multimediali interattivi, disponibili su piattaforme create ad hoc per turisti, appassionati e curiosi.

Fino ad adesso ci abbiamo provato con i comuni di Carenno, Premana e Tremenico. E, in un modo o nell’altro, ci siamo riusciti.

PERCHÉ

La sapienza collettiva è fatta a strati, i luoghi sono un sistema di segni, di segni emotivi. Osservarli dal punto di vista di chi li ha vissuti è un’esperienza privilegiata, che ha un valore umano altissimo.

Quando mi sento pienamente cittadino?
Quando sono testimone del mio territorio, ne tramando la memoria delle tradizioni più antiche e dei saperi più profondi.

Perché solo attraverso il racconto una comunità riscopre se stessa e si apre al mondo in una prospettiva diversa, pronta ad accogliere il nuovo perché consapevole delle radici buone del proprio passato.

CON CHI

Comuni di Premana, Tremenico e Carenno e le loro rispettive comunità.
Provincia di Lecco (progetto Interreg Italia-Svizzera, VoCaTe. La voce della terra: canti e riti della tradizione della terra)

DOVE

Premana, Tremenico, Carenno