Domenica 1 giugno 2025 – TERZA SESSIONE (9:15-12:15)
SEZIONE
Conoscere e agire
PARADIGMA
Patriarcato
TEMI CENTRALI
Ecofemminismi
Maschilità ecologiche
Conflitti tra capitale e vita
Recupero della dimensione corporea
Relatrice
Antonia De Vita
Professora Associata di Pedagogia generale e sociale all’Università di Verona. Si occupa di educazione di genere, transizione ecosociale e processi di formazione e capacitazione. Dirige il Centro di Dipartimento GEN.I.E. (Generi Intersezionalità Educazione) ed è co-fondatrice del Laboratorio interuniversitario TiLT/Territori in Libera Transizione sui temi della cittadinanza ecologica. Tra le sue ultime pubblicazioni: (cur.) Fragilità contemporanee. Fenomenologie della violenza e della vulnerabilità, Mimesis 2021; con P. Dusi (cur.), Il mestiere di pedagogista. Approcci, competenze, contesti, Ets 2024; Desde abajo. Aprendizaje en los movimientos de las economías diferentes, Institut Paulo Freire, Valencia 2024.
Marco Deriu
Professore Associato e Docente di Comunicazione ambientale all’Università di Parma. È condirettore dei Quaderni della decrescita. Fa parte dell’Associazione per la Decrescita, dell’Associazione Maschile Plurale e di Maschi Che Si Immischiano. È autore di: Rigenerazione. Per una democrazia capace di futuro, Castelvecchi, 2022; Rompere il silenzio. Per un’università libera da molestie e da violenze di genere, Castelvecchi, 2024.
Attività
Dibattito e riflessione
Recuperando gli insegnamenti dell’ecofemminismo e condividendo la possibilità di mettere al mondo anche nuove forme di maschilità ecologica, si procederà insieme nell’esplorare i possibili contorni di un nuovo patto di civiltà tra generi, generazioni e specie. L’idea è quella di lavorare sulle “memorie del corpo” e sulle “esperienze di cura”. In particolare si propone di richiamare alla memoria e alla condivisione:
a) Le sensazioni che si è provato ripensando a quando si era bambini nel rapporto con la madre e il padre o con altre figure primarie: quali ricordi si ha di un contatto corporeo gratificante e vivificante o spiacevole e mortificante?
b) Il ricordo e il vissuto di un momento in cui ci siamo presi cura con il nostro corpo di qualcuno (umano o non umano) o di qualcosa. Cosa abbiamo sentito? Come ci siamo sentiti? Come è cambiata la percezione della relazione e di noi stessi?
c) Il rapporto che abbiamo con un luogo speciale della propria vita: un posto fisico del nostro ambiente o territorio nel quale ci si sentiamo o ci siamo sentiti in qualche modo “a casa”, accolti, integrati e confortati. Raccontiamo che cosa ci muove questo luogo, come lo viviamo e come è andato evolvendo il nostro rapporto con quel luogo.
d) Il senso di comunità che proviamo o abbiamo provato con una realtà di persone attraverso delle forme di condivisione o di pratiche comuni: associative, religiose, artistiche, economiche, politiche, manifestazioni, azioni, esperienze, ecc. Cosa ci ha insegnato e cosa ci piacerebbe conservare o riproporre…
Perché è importante?
Si tratti di inquinamento, di cambiamento climatico, di guerre, di violenze di genere, di razzismo e xenofobia, di consumismo e dipendenze, possiamo facilmente leggere le molteplici forme di incuria che attraversano la società in cui viviamo e anche le nostre vite. Riflettere sull’origine di questa incuria, riscoprire la centralità della cura, ri-abilitarci a sensibilità e a pratiche di cura in senso personale e collettivo, significa apprendere a migliorare il mondo attorno a noi e imparare a vivere meglio noi stessi.
Il workshop propone di lavorare attorno alla possibilità di superare le scissioni tra noi e il mondo, a cui ci siamo abituati nella società contemporanea e ricomporre le fratture che attraversano le nostre vite e che determinano una forma di alienazione non solo dall’ambiente ma dal proprio corpo e dalle proprie emozioni. Per superare questa alienazione occorre fare i conti con una serie di conflitti non soltanto quello tra capitale e vita, ma anche quello tra produzione e riproduzione, tra natura e cultura, tra personale e politico. Mettendo al centro il vissuto del corpo inteso non come confine o barriera ma come contatto e ponte tra sé e l’altro da sé – umano e non umano – si intende ripensare l’importanza che i gesti di cura hanno avuto nelle nostre vite e al tempo stesso estendere l’immagine delle diverse forme di cura che possiamo sperimentare verso gli altri, verso il mondo e verso noi stessi.
Per saperne di più…
Abbiamo chiesto ai relatori di consigliare un libro, un articolo ecc. dal leggere prima di partecipare all’incontro-laboratorio o dopo aver partecipato se si vuole approfondire i temi dell’ecofemminismo e delle maschilità ecologiche.
DA LEGGERE:
Ecopedagogia femminista. Prospettive di genere nella transizione ecosociale di Antonia De Vita (Franco Angeli, 2024)
Rigenerazione. Per una democrazia capace di futuro di Marco Deriu (Castelvecchi, 2022)
DA VEDERE:
An Ecology of Mind di Nora Bateson (USA, 2011)
Shortened Version of ‘An Ecology of Mind’ di Nora Bateson
DA ASCOLTARE:
Sigur Rós – Ekki múkk
Sigur Ros – Glósóli
Bon Iver – Holocene
Jackson Browne & Joan Baez – Before The Deluge (Live)